mercoledì 13 gennaio 2010

Delirio di onnipotenza per Morgan: "Siete tutti ignoranti"

Morgan sbotta contro la platea che non condivide le sue assegnazioni, spesso ardite. "Assurdo non apprezzare chi cerca di allargare gli orizzonti dei cantanti". Ma viene punito, esce la sua Ornella. Nonne e teenager in delirio per Pooh e Tokio Hotel

Sempre meno X Factor, sempre più "Morgan show". Già nelle scorse edizioni l'alchimia tra i giudici aveva spesso offuscato la bravura dei cantanti. Quest’anno poi, complice il vuoto lasciato dalla Ventura, colmato non ancora a dovere da Claudia Mori (che ha fatto pace con la produzione e non se ne va più) e forse una rosa di cantanti non particolarmente interessante, a prendersi tutta la scena è il giullare Morgan.

Sempre più schizzato, sempre più filosofeggiante e prosaico nelle sue dissertazioni musicali, ascoltarlo è comunque, Cecchetto docet, un vero piacere. «Dovrebbero farti docente -gli dice infatti il produttore, ospite in giuria-, è un piacere sentirti parlare in maniera così appassionata e competente di musica.

Sarà strampalato, anticonformista, spesso logorroico, ma quel che dice è (quasi) sempre azzeccato e appropriato. E se pure la Mori continua a ripetere in loop quanto "Mara e Morgan siano faziosi, pretestuosi e di critica gratuita", in realtà le osservazioni del giurato sono pertinenti e intelligenti. Se poi riesce a far passare i suoi cantanti, anche quando le scelte dei brani sono difficili e poco popolari, è semplicemente il risultato della sua istrionicità e capacità di far spettacolo. Tanto di cappello.

Ieri sera però qualcosa non ha funzionato. Morgan era particolarmente agitato e pronto al diverbio, il pubblico non ha apprezzato il brano assegnato a Marco, Psycho Killer dei Talking Heads, un coro di "buu" ha accompagnato il tentativo di difesa del giurato che a quel punto è sbottato. «Siete degli ignoranti». Salvo poi riprendersi i extremis. «Mi scuso per questo termine, solo trovo assurdo non apprezzare chi cerca di ampliare gli orizzonti di questi ragazzi». Tra l’altro "cazziati" per non la scarsa cultura musicale. «Io alla vostra età sapevo a memoria i Velvet Underground», dice a Marco che si giustifica per aver alzato gli occhi al cielo quando gli era stato assegnato il brano.

«Queste espressioni teatrali, stile "magnum" di Zoolander (grande Morgan, cinefilo oltre che musicofilo) sono gratuite e fastidiose. Lì fuori ci sono 18.000 ragazzi che pagherebbero oro per stare al vostro posto». Alla fine comunque l’esibizione del ragazzo è eccellente (pace è fatta) ma Morgan sconta la sfuriata: finisce in ballottaggio la sua Ornella, che a fine puntata perde il testa e testa con Sofia, preferita da Mara, e lascia il programma.

Le Yavanna, tolte le orecche a punta e scese dalla Luna sulla terra (per dirla alla Mara) sono sempre più brave e ispirate con Aria di Gianna Nannini, più lirica che rock. Una Sofia commossa dedica L’anno che verrà di Dalla alla nonna che non c’è più. Francesca divertente e colorata, si scatena sulle note di Boy does nothing.

I Luana Biznon vengono apprezzati nella loro versione di I dont’ feel like dancing (sorvoliamo sulla pronuncia di nonna Mara quando li ha presentati) dei Scissor Sister. «Troppi falsetti» lamenta Morgan. Ma Gaudi lo attacca per non aver ascoltato a dovere il brano, impegnato a chiacchierare con Cecchetto per tutta la durata dell’esibizione. Scattano i soliti tre minuti di discussione tra i due ex amici.

Il boy scout Silver si cimenta decorosamente in Svalutation di Celentano, provocando la "sudorazione modello maialino" di Claudia Mori (parola sue), Damiano si rifà della figuraccia della settimana scorsa con una intensa Redemption song di Bob Marley. «Fategli tagliare la barba, però -suggerisce Cecchetto-, la musica oltreché da ascoltare, è da vedere». Dulcis in fundo, la candidata alla vittoria Chiara propone una versione poetica e "intima" di Perdere l’amore di Ranieri.

In tutto ciò, un orda barbara di teenager urlava e sbraitava fuori dallo studio causa presenza dei Tokio Hotel, la band tedesca fenomeno degli ultimi anni. Capitanata da due gemelli ventenni, Bill e Tom Kaulitz, che più diversi non potrebbero essere, capaci di scatenare un vero delirio collettivo. Al pari solo dei Duran negli '80 e dei Beatles nei '60. Mentre a rialzare la media anagrafica ci pensava Francesco collegandosi con l’ultimo concerto dei Pooh. Che almeno non erano truccati, piastrati e in play back come i gemellini teutonici.

[fonte: libero.it]
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