lunedì 20 luglio 2009

LE FATE IGNORANTI

Titolo originale: id.
Nazione: Francia, Italia
Anno: 2001
Genere: drammatico, sentimentale
Durata: 1h48m
Regia: Ferzan Ozpetek
Sceneggiatura: Ferzan Ozpetek, Gianni Romoli
Fotografia: Pasquale Mari
Musiche: Andrea Guerra
Cast: Margherita Buy, Stefano Accorsi, Andrea Renzi, Serra Yilmaz, Rosaria De Cicco, Gabriel Garko, Erica Blanc, Lucrezia Valia, Koray Candemir, Filippo Nigro, Edilberta Caviteno Bahia, Maurizio Romoli, Carmine Recano, Ivan Bacchi, Luca Clavani, Barbara Folchitto


Trama
Antonia e Massimo sono una coppia felice, sposata da quindici anni. Vivono in una splendida villa nella periferia romana. Il loro idillio si interrompe bruscamente quando Massimo muore in un incidente. Antonia deve proseguire la sua quotidianità, ormai distrutta dal dolore. Un giorno però, ritirando gli oggetti personali del marito dal suo ufficio scopre una dedica sul retro di un quadro e comprende che in realtà il marito la tradiva da anni. Decide di indagare e così si reca all’indirizzo dal quale è partito quel regalo: Antonia scoprirà una verità lontana da ogni immaginazione.

Recensione
Ferzan Ozpetek, regista turco legato all’Italia, attraverso “Le fate ignoranti” tratta argomenti delicati ed interessanti: il tradimento, il dolore, l’amore, la menzogna, l’amicizia. Lo fa in modo tenue e raffinato, ricorrendo in ogni momento all’arte. La scena iniziale, un chiaro omaggio al cinema di Michelangelo Antonioni, girate nelle sale della Centrale Montemartini, sede espositiva sulla via Ostiense a Roma ricca di statue e reperti di epoca romana, vede Margerita Buy, in abito da sera, agirarsi nelle sale del museo e nel fermarsi ad osservare alcune di esse, immobile sembra divenire un tutt’uno con quell’arte, merito della fotografia elegante ed accurata di Pasquale Mari che nella scena girata di notte nei Mercati Generali, ancora in via Ostiense a Roma, ricorda le forti tinte di quella di Christopher Doyle dei film di Wong Kar-Wai. Sempre un’opera d’arte, un quadro, a farle scoprire la triste ed amara realtà e ad aprirle un nuovo universo. “Le fate ignoranti”, questo il titolo del quadro, è opera non di Joseph Lanti, autore inesistente, bensì dello stesso Ozpetek che non si è voluto limitare al ruolo di regista. Altra forma d’arte, la poesia, è protagonista del film. La poesia del poeta turco Nazim Hikmet, “Notte d’autunno” viene recitata dalla Buy durante un incontro con Michele, il personaggio interpretato da Stefano Accorsi. I dialoghi seguono la profondità della poetica presente nel film, Splendida ed intensa la colonna sonora de “Le fate ignoranti”, nella quale trovano spazio oltre alle musiche di Antonio Guerra, alcune canzoni di Sezen Aksu, cantante turca transessuale, l’incantevole “Birdenbire”, interpretata da Yasemin Sannino, cantante italo-turca e “Gracias a là vida” di Joan Baez, nel film cantata in italiano dall’attrice Rosaria De Cicco. Memorabile poi “Due destini” dei Tiromancino durante i titoli di coda, che vedono anche il cast del film partecipare e filmare il Gay Pride a Roma. L’omosessualità descritta da Ozpetek non è perversa o esuberante, ma un’inclinazione da vivere con naturalezza, ognuno a suo modo ed il regista riesce a coglierne tutte le sfaccettature con equilibrio. Ottimi gli attori protagonisti: Margherita Buy è bravissima nell’evidenziare i graduali cedimenti del suo personaggio, ed Accorsi misurato ed espressivo, capace di creare un personaggio omosessuale convinto, che pian piano vede sciogliersi ogni certezza.
Un piccolo appunto che nulla lede sulla qualità del film ma che ridicolizza un po’ la scena fondamentale del film. Va bene che “Le fate ignoranti” non è un film di fantascienza, ma la scena dell’investimento di Massimo è eccessiva e fatta malissimo: una doppia capriola tra le auto con effetti speciali da film parrocchiale. Forse era meglio evitare di filmarla, lasciando che il sonoro, magari una brusca frenata, lasciasse intendere la tragedia accaduta.
Bistrattato eccessivamente dalla critica, “Le fate ignoranti” è stato uno dei successi cinematografici dell’anno. Tematiche interessanti affrontate in maniera avvincente e ponderata. Una riflessione non soltanto sull’omosessualità, ma sull’importanza della sincerità in un rapporto ed un domanda resta: è proprio indispensabile conoscere la verità oppure è insensato vivere felici nella menzogna? Un successo di pubblico meritato per un film che ha affermato le capacità poetiche del regista turco.

Voto: 83%




FONTE

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