lunedì 20 luglio 2009

Recensione Lezione ventuno di Alessandro Baricco con Noah Taylor e John Hurt

Titolo originale: Borderland
Nazione: Messico, USA
Anno: 2007
Genere: horror
Durata: 1h44m
Regia: Zev Berman
Sceneggiatura: Zev Berman, Eric Poppen
Fotografia: Scott Kevan
Musiche: Andres Levin
Cast: Brian Presley, Jake Muxworthy, Rider Strong, Martha Higareda, Marco Bacuzzi, Beto Cuevas, Sean Astin, Damian Alcazar, Roberto Sosa, José Maria Yazpik, Humberto Busto, Francesca Guillen, Alenka Rios, Elizabeth Cervantes, Tomas Goros


Trama
Ed, Henry e Phil sono tre amici in viaggio verso il Messico per passare un breve periodo di vacanza fatta di sesso, droga e divertimento. Dopo l’estate i ragazzi partiranno per l’università e difficilmente in futuro avranno la possibilità di vedersi e stare insieme. Superato il confine, si fermano in una piccola cittadina passando la serata in un night club. I tre sono ignari di essere capitati in un luogo dove una setta pratica sacrifici umani, i cui seguaci vanno in giro alla ricerca di nuove vittime, meglio se americane, da sacrificare. Dopo una notte di bagordi, Ed e Henry si rendono conto che Phil è sparito nel nulla e quando la polizia locale si rifiuterà di intervenire, i due capiranno di essere in grave pericolo.

Recensione
“Borderland - Linea di confine” è un film che si ispira alla vera storia di Adolfo de Jesùs Costanzo, un serial killer fedele alla santeria che uccise 23 persone, anche se la polizia messicana ritrovò oltre cento cadaveri uccisi secondo le stesse modalità.
La santeria è una religione cubana, nata dalla fusione di elementi cristiani con riti tradizionali africani, dovuta all’obbligo alla fede cristiana, pena la morte, da parte degli spagnoli nei confronti degli schiavi africani deportati a Cuba. Il nome deriva infatti dall’eccessivo culto dei santi, che andavano a sostituire quello di Dio.
Costanzo fu influenzato e condotto alla pratica della santeria dalla madre, un’esule cubana. Divenne un’autorità in Messico, un uomo capace di prevedere il futuro, ottenendo la stima (ed i soldi) di numerosi uomini importanti e soprattutto di trafficanti di droga. Costanzo aiutava questi ultimi offrendo una magia che li avrebbe resi invisibili alla polizia. Più che di magia, si trattava di una truffa ben congeniata e facilmente credibile per i narcotrafficanti, un tempo contadini spesso affascinati dalla stregoneria popolare, ed in seguito convertitisi al crimine. Molto probabilmente l’invisibilità era ottenuta attraverso la corruzione di Costanzo nei confronti delle autorità messicane, confermata dalla presenza documentata tra i suoi adepti di poliziotti ed ufficiali. Le pratiche religiose di Costanzo rappresentavano qualcosa di terrificante: cuori, cervello ed organi genitali strappati, arti mozzati, parti della spina dorsale asportati.
La storia di Costanzo, dunque, si prestava alla realizzazione di un horror davvero terrificante (conferma che spesso la realtà supera ogni più terribile finzione cinematografica), con mostruosi elementi da torture porn, tali da far passare film come “Hostel” e “Saw” per giocosi e pacifici horror da ragazzini. In effetti chi è a caccia di siffatti horror si trova subito immerso nel crudo prologo del film attraverso il quale il regista Zev Berman vuole subito mostrare la sorte cui i tre amici protagonisti di “Borderland - Linea di confine” andranno in contro, una sorta di punizione per i loro beceri desideri di vacanza all’insegna di divertimenti fatti di donne facili (chiaramente non americane) e droghe (prodigiosi funghetti allucinogeni). Presentata così, la storia del film si allinea a tante altre già proposte nel genere horror splatter, ma “Borderland - Linea di confine” se ne discosta per la quasi totale assenza di sangue, incipit a parte, giocando tutto sull’attesa di qualcosa che, in realtà, se avviene, lo fa in maniera moderata e poco macabra.
I tre personaggi principali rappresentano il top dello stereotipo: Ed è il bello, deciso a fare della propria vita qualcosa di importante, anche se questo significa dover rinunciare all’università e ad un lavoro sicuro; Henry è invece il dannato ma stupido, sempre alla ricerca di una “femmina” da sedurre e portarsi al letto; Phil, infine, è il classico nerd, ancora vergine e pronto ad essere iniziato al sesso. Anche la bella messicana Valeria non si discosta tanto dalla classica bella ragazza autoctona affascinata e sedotta dal turista. Il cast si mantiene in linea con i classici horror “di cassetta”, se non per il sinistro Marco Bacuzzi e del cantante cileno Beto Cuevas nei panni dell’affascinante e carismatico Santillan. Tra gli attori figura anche Sean Astin che interpretò Samwise Gamgee nella saga de “Il Signore degli Anelli”, irriconoscibile nei panni dell’americano seguace della setta.
“Borderland - Linea di confine” procede, per sua e nostra sfortuna, su ovvi binari che includono anche le classiche insensate scelte dei protagonisti tali da far pensare:“ci sono o ci fanno?”. Poco sangue, poca tensione, poco di tutto. Un film che si allontana ben presto dal genere horror e giunge inesorabile in un finale da action movie, per giunta, neanche appassionante.
In sintesi, “Borderland - Linea di confine” ha una grave colpa: si basa su eventi reali che avevano elementi talmente macabri da consentire una sceneggiatura perfetta per gli amanti dello splatter. Peccato però non attinga affatto a tutto ciò, rimanendo a metà strada tra un thriller poco riuscito ed un action movie poco intrigante. Il film ricorda, per i temi trattati, “Perdita Durango” di Alex De la Iglesia, un strambo gioiellino poco conosciuto, ma che si preferisce almeno per la sua innata originalità.

Voto: 57%





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