Titolo originale: id.
Nazione: USA
Anno: 2006
Genere: horror
Durata: 1h25m
Regia: William Brent Bell
Sceneggiatura: William Brent Bell, Matthew Peterman
Fotografia: Alejandro Martinez
Musiche: John Frizzell
Cast: Jon Foster, Samaire Armstrong, Frankie Muniz, Sophia Bush, Adam Goldberg, Jimmi Simpson, Wendell Pierce, Milo Ventimiglia, Billy Slaughter, Maria Kalinina, Rio Hackford, Nicole Oppermann, Billy Louviere, April Wood, Richey Nash, Veronica Mosgrove
Trama
Dopo la violenta morte di un ragazzo, il gruppo di suoi amici entra in possesso di “Stay alive”, un videogioco ispirato alla leggenda di una nobildonna del XVII secolo, Erzsebet Bathory, conosciuta come “la contessa sanguinaria” per il suo sinistro piacere nell’uccidere dopo atroci torture numerosi innocenti. Ma “Stay alive” sembra avere una sorta di maledizione: chiunque muore nel gioco, subisce lo stesso destino nella realtà. Il gruppo di ragazzi comprende presto di essere in grave pericolo.
Recensione
“Stay alive” è il tipico esempio di come un’idea brillante ed originale, messa in mani sbagliate, possa diventare qualche cosa di grossolano ed orrendo. In una società nella quale ormai i ragazzini invece di giocare a calcio nel parco con gli amici passa ore ed ore sfidando online sconosciuti, sembra essere una buona denuncia quella palesata in “Stay alive”, nel quale il confine tra finzione ludica e realtà si spezza con conseguenze terribili. Inoltre non pochi genitori e sociologi sono spaventati da “Second life”, un gioco online dove la realtà virtuale vissuta dai personaggi sembra essere lo specchio adulterato di quella reale che a volte mette a rischio la personalità dei videogiocatori. Nessuno è innocente del crimine commesso nel rovinare questa buona idea alla base di “Stay alive”. Il regista e sceneggiatore (insieme ad un altro criminale di cui è meglio non fare il nome) William Brent Bell, autore del nulla, per fortuna, fino a questa orrenda opera mette in scena una serie di banalità e di bestialità tali da far passare gli horror di Uwe Boll (regista, guarda caso, di pellicole horror tratte da videogame tra le peggiori della storia del cinema) come capolavori. Bell riduce la possibile denuncia in una squallida messa in scena priva di un briciolo di spessore: il videogame “Stay Alive”, non ha nulla di realistico e è realizzato con una grafica che ricorda i primi video digitali. Le sequenze del gioco sono poi eccessivamente lunghe e montate in modo scellerato con la scene della realtà filmica. I personaggi del film ricalcano alla perfezione gli stereotipi dei teenager americani: il belloccio che si trasforma in eroe, la bionda strafiga e chiaramente innamorata perdutamente del belloccio/eroe, la gothic eccentrica, lo sfigato di turno e il rompipalle per scelta. Attori scelti chiaramente in base alle loro caratteristiche di giovani belli e pronti a prendere il treno del successo, raccattati per lo più da serie TV americane. Se però vogliono davvero arrivare al successo è meglio che chi di dovere non guardi queste loro recitazioni approssimative.
“Stay alive”, malgrado alcune scene fortemente splatter, non spaventa e non coinvolge. Non è una sorpresa se dopo il finale del film, troppo sbrigativo, ci si rende conto di aver perso tempo utile da dedicare ad altro, qualunque cosa sia. Se la locandina del film cita: “Non morire del gioco. Moriresti davvero”, sappi che non hai alcuna speranza, perché morirai di noia!
Voto: 27%
Nazione: USA
Anno: 2006
Genere: horror
Durata: 1h25m
Regia: William Brent Bell
Sceneggiatura: William Brent Bell, Matthew Peterman
Fotografia: Alejandro Martinez
Musiche: John Frizzell
Cast: Jon Foster, Samaire Armstrong, Frankie Muniz, Sophia Bush, Adam Goldberg, Jimmi Simpson, Wendell Pierce, Milo Ventimiglia, Billy Slaughter, Maria Kalinina, Rio Hackford, Nicole Oppermann, Billy Louviere, April Wood, Richey Nash, Veronica Mosgrove
Trama
Dopo la violenta morte di un ragazzo, il gruppo di suoi amici entra in possesso di “Stay alive”, un videogioco ispirato alla leggenda di una nobildonna del XVII secolo, Erzsebet Bathory, conosciuta come “la contessa sanguinaria” per il suo sinistro piacere nell’uccidere dopo atroci torture numerosi innocenti. Ma “Stay alive” sembra avere una sorta di maledizione: chiunque muore nel gioco, subisce lo stesso destino nella realtà. Il gruppo di ragazzi comprende presto di essere in grave pericolo.
Recensione
“Stay alive” è il tipico esempio di come un’idea brillante ed originale, messa in mani sbagliate, possa diventare qualche cosa di grossolano ed orrendo. In una società nella quale ormai i ragazzini invece di giocare a calcio nel parco con gli amici passa ore ed ore sfidando online sconosciuti, sembra essere una buona denuncia quella palesata in “Stay alive”, nel quale il confine tra finzione ludica e realtà si spezza con conseguenze terribili. Inoltre non pochi genitori e sociologi sono spaventati da “Second life”, un gioco online dove la realtà virtuale vissuta dai personaggi sembra essere lo specchio adulterato di quella reale che a volte mette a rischio la personalità dei videogiocatori. Nessuno è innocente del crimine commesso nel rovinare questa buona idea alla base di “Stay alive”. Il regista e sceneggiatore (insieme ad un altro criminale di cui è meglio non fare il nome) William Brent Bell, autore del nulla, per fortuna, fino a questa orrenda opera mette in scena una serie di banalità e di bestialità tali da far passare gli horror di Uwe Boll (regista, guarda caso, di pellicole horror tratte da videogame tra le peggiori della storia del cinema) come capolavori. Bell riduce la possibile denuncia in una squallida messa in scena priva di un briciolo di spessore: il videogame “Stay Alive”, non ha nulla di realistico e è realizzato con una grafica che ricorda i primi video digitali. Le sequenze del gioco sono poi eccessivamente lunghe e montate in modo scellerato con la scene della realtà filmica. I personaggi del film ricalcano alla perfezione gli stereotipi dei teenager americani: il belloccio che si trasforma in eroe, la bionda strafiga e chiaramente innamorata perdutamente del belloccio/eroe, la gothic eccentrica, lo sfigato di turno e il rompipalle per scelta. Attori scelti chiaramente in base alle loro caratteristiche di giovani belli e pronti a prendere il treno del successo, raccattati per lo più da serie TV americane. Se però vogliono davvero arrivare al successo è meglio che chi di dovere non guardi queste loro recitazioni approssimative.
“Stay alive”, malgrado alcune scene fortemente splatter, non spaventa e non coinvolge. Non è una sorpresa se dopo il finale del film, troppo sbrigativo, ci si rende conto di aver perso tempo utile da dedicare ad altro, qualunque cosa sia. Se la locandina del film cita: “Non morire del gioco. Moriresti davvero”, sappi che non hai alcuna speranza, perché morirai di noia!
Voto: 27%
FONTE
Nessun commento:
Posta un commento