Titolo originale: Swordfish
Nazione: USA
Anno: 2001
Genere: azione, thriller
Durata: 1h39m
Regia: Dominic Sena
Sceneggiatura: Skip Woods
Fotografia: Paul Cameron
Musiche: Paul Oakenfold, Christopher Young
Cast: John Travolta, Hugh Jackman, Halle Berry, Don Cheadle, Vinnie Jones, Sam Shepard, Rudolph Martin, Carmen Argenziano, Zach Grenier, Laura Lane, Drea de Matteo, Ilia Voloch, Nick Loren, Camryn Grimes, Timothy Omudson, Jonathan Fraser, Angelo Pagan, Chic Daniel,
Trama
Stanley Jobson è uno dei più hacker del mondo. Dopo aver passato due anni in carcere è ormai un uomo solo, senza un lavoro dignitoso ma con il desiderio di riavere sua figlia, la cui custodia è stata affidata dal tributale alla sua ex-moglie, risposata con un produttore di film porno. Ha bisogno di soldi, unico modo per riuscire a strappare la figlia da quell’ambiente poco adatto. L’occasione gli viene offerta dalla splendida Ginger ed il socio di lei Gabriel Shear, ex agente dei servizi segreti americani. Gabriel gli offre dieci milioni di dollari in cambio della sua partecipazione ad piano criminale attraverso il quale intende sottrarre agli stessi servizi segreti un’enorme somma di danaro, necessaria a finanziare un gruppo patriottico da lui costituito per difendere, a suo modo, gli Stati Uniti d’America dal terrorismo internazionale.
Recensione
“Codice: Swordfish” è un film avvincente ed eccitante: feste in locali alla moda, pirateria informatica, potenti auto di lusso, belle donne molto disponibili, esplosioni, inseguimenti, rapine in banca. Dominic Sena, come aveva già fatto con “Fuori in 60 secondi”, punta tutto sull’immagine cercando di adulare e compiacere lo spettatore con scene d’azione adrenaliniche e forti momenti di tensione spesso scanditi da indovinati colpi di scena. Ottimi gli effetti speciali, in particolar modo la straordinaria deflagrazione, la cui intensità viene accentuata da uno slow motion Matrix style. Per fortuna, oltre questa esorbitante sfarzosità visiva, “Codice: Swordfish” offre una sceneggiatura originale fatta di dialoghi ironici ben curati e spesso ironici, ed un cast che rappresenta in maniera convincente i personaggi, ognuno dei quali ricopre un ruolo caratterizzato a tal punto da essere una pedina indispensabile nello sviluppo della storia. Se Hugh Jackman non ha proprio le sembianze dell’hacker esperto, troppo affascinante e troppo dannato, John Travolta conferma le sue doti nell’interpretare l’antieroe carismatico e convinto della sua superiorità. Travolta è in grado di conservare nel suo personaggio quell’ambinguità che rende incerto lo spettatore se parteggiare o meno per lui. E’ l’antierore, ma è davvero lui il “cattivo”? Buono dunque il gioco di ruoli nel quale ogni elemento può essere reinterpretato secondo una chiave di lettura alternativa.
Halle Berry rappresenta il climax della prepotenza delle immagini sugli altri elementi del film: priva di un nutrito copione, l’affascinante attrice americana si limita a trasmettere il suo sex appeal presentandosi con un look sensuale ed elegante, fino a regalare, per la gioia dei maschietti, un generoso topless.
La regia di Dominic Sena è sensazionale: oltre alla già citata scena dell’esplosione, il monologo iniziale di Gabriel Shear (John Travolta) nel quale critica cinema hollywoodiano e la sua incapacità di produrre pellicole con un buon grado di realismo, è memorabile. Sena gioca con l’ampiezza dell’inquadratura limitando al principio la scena con l’alternanza tra primi piani e primissimi piani, non andando dunque oltre il viso di Travolta fino al termine del suo discorso, quando, grazie ad un controcampo allungato, lascia scoprire al pubblica il reale contesto in cui si sta svolgendo l’azione.
La colonna sonora di “Codice: Swordfish” è la ciliegina sulla torta: Christopher Young, uno che ha dedicato gran parte della sua vita a comporre colonne sonore è qui coadiuvato da Paul Oakenfold, uno dei migliori DJ del mondo, che ha realizzato remix di brani di cantanti come Madonna, Justin Timberlake, U2, Massive Attack. I due danno vita ad una colonna sonora esplosiva, in perfetta simbiosi con le immagini del film. Sempre a proposito di immagini, la fotografia di Paul Cameron è volutamente satura e distorta nei colori, uno chiaro stratagemma per amplificare il senso surreale e suggestivo della pellicola.
“Codice: Swordfish” è un film consigliato laddove quello che interessa è rimanere coinvolti in un appassionante e divertente gioco tra guardie e ladri, nel quale poi è opinabile chi sia il vero “cattivo” tra entrambi. Chi avesse da lamentarsi del poco realismo della pellicola, beh, è semplicemente quantro afferma Gabriel Shear nei fotogrammi iniziali del film.
Da segnalare come curiosità, un grave errore di geografia politica presente in “Codice: Swordfish”. In un servizio giornalistico viene ubicata l’ambasciata americana ad Istanbul. In realtà essa si trova ad Ankara, capitale turca. Ad Instabul, al limite, si può trovare il consolato americano: in nome del realismo!
Voto: 74%
Nazione: USA
Anno: 2001
Genere: azione, thriller
Durata: 1h39m
Regia: Dominic Sena
Sceneggiatura: Skip Woods
Fotografia: Paul Cameron
Musiche: Paul Oakenfold, Christopher Young
Cast: John Travolta, Hugh Jackman, Halle Berry, Don Cheadle, Vinnie Jones, Sam Shepard, Rudolph Martin, Carmen Argenziano, Zach Grenier, Laura Lane, Drea de Matteo, Ilia Voloch, Nick Loren, Camryn Grimes, Timothy Omudson, Jonathan Fraser, Angelo Pagan, Chic Daniel,
Trama
Stanley Jobson è uno dei più hacker del mondo. Dopo aver passato due anni in carcere è ormai un uomo solo, senza un lavoro dignitoso ma con il desiderio di riavere sua figlia, la cui custodia è stata affidata dal tributale alla sua ex-moglie, risposata con un produttore di film porno. Ha bisogno di soldi, unico modo per riuscire a strappare la figlia da quell’ambiente poco adatto. L’occasione gli viene offerta dalla splendida Ginger ed il socio di lei Gabriel Shear, ex agente dei servizi segreti americani. Gabriel gli offre dieci milioni di dollari in cambio della sua partecipazione ad piano criminale attraverso il quale intende sottrarre agli stessi servizi segreti un’enorme somma di danaro, necessaria a finanziare un gruppo patriottico da lui costituito per difendere, a suo modo, gli Stati Uniti d’America dal terrorismo internazionale.
Recensione
“Codice: Swordfish” è un film avvincente ed eccitante: feste in locali alla moda, pirateria informatica, potenti auto di lusso, belle donne molto disponibili, esplosioni, inseguimenti, rapine in banca. Dominic Sena, come aveva già fatto con “Fuori in 60 secondi”, punta tutto sull’immagine cercando di adulare e compiacere lo spettatore con scene d’azione adrenaliniche e forti momenti di tensione spesso scanditi da indovinati colpi di scena. Ottimi gli effetti speciali, in particolar modo la straordinaria deflagrazione, la cui intensità viene accentuata da uno slow motion Matrix style. Per fortuna, oltre questa esorbitante sfarzosità visiva, “Codice: Swordfish” offre una sceneggiatura originale fatta di dialoghi ironici ben curati e spesso ironici, ed un cast che rappresenta in maniera convincente i personaggi, ognuno dei quali ricopre un ruolo caratterizzato a tal punto da essere una pedina indispensabile nello sviluppo della storia. Se Hugh Jackman non ha proprio le sembianze dell’hacker esperto, troppo affascinante e troppo dannato, John Travolta conferma le sue doti nell’interpretare l’antieroe carismatico e convinto della sua superiorità. Travolta è in grado di conservare nel suo personaggio quell’ambinguità che rende incerto lo spettatore se parteggiare o meno per lui. E’ l’antierore, ma è davvero lui il “cattivo”? Buono dunque il gioco di ruoli nel quale ogni elemento può essere reinterpretato secondo una chiave di lettura alternativa.
Halle Berry rappresenta il climax della prepotenza delle immagini sugli altri elementi del film: priva di un nutrito copione, l’affascinante attrice americana si limita a trasmettere il suo sex appeal presentandosi con un look sensuale ed elegante, fino a regalare, per la gioia dei maschietti, un generoso topless.
La regia di Dominic Sena è sensazionale: oltre alla già citata scena dell’esplosione, il monologo iniziale di Gabriel Shear (John Travolta) nel quale critica cinema hollywoodiano e la sua incapacità di produrre pellicole con un buon grado di realismo, è memorabile. Sena gioca con l’ampiezza dell’inquadratura limitando al principio la scena con l’alternanza tra primi piani e primissimi piani, non andando dunque oltre il viso di Travolta fino al termine del suo discorso, quando, grazie ad un controcampo allungato, lascia scoprire al pubblica il reale contesto in cui si sta svolgendo l’azione.
La colonna sonora di “Codice: Swordfish” è la ciliegina sulla torta: Christopher Young, uno che ha dedicato gran parte della sua vita a comporre colonne sonore è qui coadiuvato da Paul Oakenfold, uno dei migliori DJ del mondo, che ha realizzato remix di brani di cantanti come Madonna, Justin Timberlake, U2, Massive Attack. I due danno vita ad una colonna sonora esplosiva, in perfetta simbiosi con le immagini del film. Sempre a proposito di immagini, la fotografia di Paul Cameron è volutamente satura e distorta nei colori, uno chiaro stratagemma per amplificare il senso surreale e suggestivo della pellicola.
“Codice: Swordfish” è un film consigliato laddove quello che interessa è rimanere coinvolti in un appassionante e divertente gioco tra guardie e ladri, nel quale poi è opinabile chi sia il vero “cattivo” tra entrambi. Chi avesse da lamentarsi del poco realismo della pellicola, beh, è semplicemente quantro afferma Gabriel Shear nei fotogrammi iniziali del film.
Da segnalare come curiosità, un grave errore di geografia politica presente in “Codice: Swordfish”. In un servizio giornalistico viene ubicata l’ambasciata americana ad Istanbul. In realtà essa si trova ad Ankara, capitale turca. Ad Instabul, al limite, si può trovare il consolato americano: in nome del realismo!
Voto: 74%
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