Il “Partito Pirata” (“Piratpartiet”) svedese, nato per difendere le libertà dei contenuti e legalizzare lo scambio di file su Internet, conquista un seggio al Parlamento europeo (la Svezia ne aveva a disposizione 18). Una notizia storia, considerando anche che il partito del capolista Christian Engstrom si è aggiudicato il 7.1% dei voti risultando il quinto partito in Svezia, appena dietro ai Verdi (anche in Italia avrebbe la stessa posizione, davanti all’UDC di Pier Ferdinando Casini).
Nato tre anni fa nel 2006 per combattere la repressione nei confronti del file sharing (scambio di file senza scopo di lucro) ed il monitoraggio delle e-mail, il “Partito Pirata” è andato oltre ogni più favorevole previsione e si è piazzato quinto, votato principalmente dall’elettorato giovane.
“La questione della tutela della privacy e delle libertà civili è importante per la gente che lo ha dimostrato chiaramente con questo voto” ha detto Anna Troberg, una dei candidati. Risultato molto probabilmente favorito dalla pesante sentenza decisa dai giudici svedesi a metà aprile che ha condannato ad un anno di carcere i tre fondatori di “The Pirate Bay”, uno dei più famosi siti di file sarin. Il suo leader, Rick Falkvinge, è convinto che la nuova legge svedese che concede per esempio ai titolari dei diritti d'autore di tracciare gli indirizzi IP dei presunti responsabili del download illegale, sia una pericolosa violazione della privacy del comune cittadino.
Adesso il “Partito Pirata non può essere più considerato come un partito folkloristico (si aggiudicò lo 0.6% alle ultime elezioni politiche svedesi) ma un serio avversario politico, tanto che Fredrik Reinfeld, primo ministro svedese, ha confermato l’interesse del governo per il problemi inerenti i diritti digitali. Il problema forse è che i governi ed i partiti hanno tra i propri rappresentanti un’età media troppo alta per capire gli interessi dei giovani.
Nato tre anni fa nel 2006 per combattere la repressione nei confronti del file sharing (scambio di file senza scopo di lucro) ed il monitoraggio delle e-mail, il “Partito Pirata” è andato oltre ogni più favorevole previsione e si è piazzato quinto, votato principalmente dall’elettorato giovane.
“La questione della tutela della privacy e delle libertà civili è importante per la gente che lo ha dimostrato chiaramente con questo voto” ha detto Anna Troberg, una dei candidati. Risultato molto probabilmente favorito dalla pesante sentenza decisa dai giudici svedesi a metà aprile che ha condannato ad un anno di carcere i tre fondatori di “The Pirate Bay”, uno dei più famosi siti di file sarin. Il suo leader, Rick Falkvinge, è convinto che la nuova legge svedese che concede per esempio ai titolari dei diritti d'autore di tracciare gli indirizzi IP dei presunti responsabili del download illegale, sia una pericolosa violazione della privacy del comune cittadino.
Adesso il “Partito Pirata non può essere più considerato come un partito folkloristico (si aggiudicò lo 0.6% alle ultime elezioni politiche svedesi) ma un serio avversario politico, tanto che Fredrik Reinfeld, primo ministro svedese, ha confermato l’interesse del governo per il problemi inerenti i diritti digitali. Il problema forse è che i governi ed i partiti hanno tra i propri rappresentanti un’età media troppo alta per capire gli interessi dei giovani.
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