Titolo originale: Män som hatar kvinnor
Nazione: Danimarca, Svezia
Anno: 2009
Genere: thriller
Durata: 2h32m
Regia: Niels Arden Oplev
Sceneggiatura: Nikolaj Arcel, Rasmus Heisterberg
Fotografia: Marcos Engman, Eric Kress
Musiche: Rasmus Hansen
Cast: Michael Nyqvist, Noomi Rapace, Sven Bertil Taube, Lena Endre, Peter Andersson, Peter Haber, Marika Lagercrantz, Ingvar Hirdwall, Björn Granath, Ewa Fröling, Per Oscarsson, Michalis Koutsogiannakis
Trama
Harriet Vanger è scomparsa da ormai 40 anni da Hedestad, una cittadina svedese su un’isola collegata alla terraferma soltanto da un ponte. Era una dei più giovani esponenti del clan dei Vanger, una delle più potenti famiglie della Svezia. Il corpo della ragazza non è mai stato ritrovato, tuttavia lo zio Henrik è sempre convinto che sia stata assassinata da un componente della sua stessa famiglia. Lo stesso che ogni anno, il giorno del suo compleanno, gli manda come regalo un fiore incorniciato. Dopo anni di indagini condotte dalla polizia locale che non hanno portato a nessun risultato, Henrik Vanger incarica Mikael Blomkvist, giornalista di Millennium, un’importante rivista, di continuare le ricerche. Mikael, ormai in crisi a causa della disfatta in tribunale che lo vede condannato a tre mesi di reclusione per calunnia nei confronti del finanziere Wennerström. Mikael, accetta l’incarico e si trasferisce ad Hedestad. Ad aiutarlo nelle indagini ci sarà Lisbeth Salander, una ragazza con molti problemi personali ma hacker di talento.
Recensione
Tratto dall’omonimo romanzo di Stieg Larsson, il film “Uomini che odiano le donne” è la prima trasposizione della trilogia di “Millenium”, che racconta le vicende del giornalista Mikael Blomkvist e della giovane hacker Lisbeth Salander. Il romanzo di Larsson, fatto di intrecci complessi e molto minuziosi che vagano tra il noir ed il giallo, non si prestava ad un facile adattamento cinematografico ed infatti gli sceneggiatori hanno dovuto tagliare alcune parti del romanzo che tuttavia non ledono troppo la scorrevolezza della storia. La scelta dei due attori protagonisti è quasi riuscita: infatti se nel caso di Lisbeth, la ragazza esperta in hacker informatico, piena di piercing e di enormi tatuaggi, è perfetta l’attrice Noomi Rapace, ormai una star in patria. La sofferenza personale di Lisbeth e la sua insofferenza verso gli altri trasuda nelle emozioni dell’attrice svedese. Michael Nyqvist non rappresenta il fascinoso e tormentato Blomkvist del libro di Larsson. Il titolo “Uomini che odiano le donne” si riferisce a quegli uomini che non hanno alcun rispetto per il gentil sesso, relegandole a schiave da umiliare, violentare e maltrattare. Lisbeth, la cui storia passata è poco chiara (lo stesso che accade anche nel libro) ma sicuramente non felice, reagisce alla violenza disinteressandosi del “perdono cristiano”. La sua è una reazione violenta, forse più violenta di quella subita. Le immagini delle brutalità subite da Lisbeth da cui dovrebbe invece tutelarla, immagini crude e disturbanti scelte accuratamente senza alcuna omissione da parte del regista Niels Arden Oplev rappresentano un pugno allo stomaco che non lascia scampo, ancor più angosciante è la camminata della protagonista, sofferente e claudicante a causa delle violenze subite. Il dolore, il turbamento per una condizione psicologica insopportabile e per una vita violata non può che generare un’unica risposta nei confronti del “mostro”. E la sua vendetta non tarderà a mostrarsi, orrenda ed implacabile.
Tralasciando il difficile confronto con l’omonimo romanzo, “Uomini che odiano le donne” si identifica come un thriller dall’andamento scorrevole ed entusiasmante: sia al principio con l’alternanza delle storie distinte dei due personaggi che in seguito quando i due si incontreranno per risolvere un enigma lungo 40 anni. Un enigma che trova spazio in un territorio freddo, duro e scomodo, popolato da un elite di persone potenti dagli oscuri segreti. Particolare il rapporto che si instaura tra i due personaggi, frutto delle due diverse opposte personalità.
La regia Niels Arden Oplev si mantiene a livelli elevati per tutto il film, dosando il ritmo con adeguata carica emotiva. Colpisce la freddezza con la quale sono state girate le violenze subite da Lisbeth, con un tragico effetto davvero sconvolgente. Potrebbe far sorridere la surreale situazione carceraria svedese: il carcere appare più come una casa di riposo dotata di ogni comfort che ad un vero è proprio luogo di detenzione, ma non bisogna dimenticare che “Uomini che odiano le donne” si svolge in Svezia, un nazione in cui l’amministrazione penitenziaria applica il principio di trasparenza sulla vita carceraria che non teme di esibire ai media.
“Uomini che odiano le donne” è un ottimo thriller grazie alla sua trama inquietante, accattivante e ben strutturata, alle gelide location scandinave che rendono la storia più cupa ed impenetrabile ed il personaggio di Lisbeth, affascinante e ben interpretato da Noomi Rapace. Due ore e mezza di buon cinema che scorrono via senza rendersene conto. Un adattamento non troppo accurato che potrà forse deludere i lettori del romanzo, ma che conquisterà coloro che, invece, non conoscono questo primo episodio della trilogia di “Millenium”.
Voto: 86%
Nazione: Danimarca, Svezia
Anno: 2009
Genere: thriller
Durata: 2h32m
Regia: Niels Arden Oplev
Sceneggiatura: Nikolaj Arcel, Rasmus Heisterberg
Fotografia: Marcos Engman, Eric Kress
Musiche: Rasmus Hansen
Cast: Michael Nyqvist, Noomi Rapace, Sven Bertil Taube, Lena Endre, Peter Andersson, Peter Haber, Marika Lagercrantz, Ingvar Hirdwall, Björn Granath, Ewa Fröling, Per Oscarsson, Michalis Koutsogiannakis
Trama
Harriet Vanger è scomparsa da ormai 40 anni da Hedestad, una cittadina svedese su un’isola collegata alla terraferma soltanto da un ponte. Era una dei più giovani esponenti del clan dei Vanger, una delle più potenti famiglie della Svezia. Il corpo della ragazza non è mai stato ritrovato, tuttavia lo zio Henrik è sempre convinto che sia stata assassinata da un componente della sua stessa famiglia. Lo stesso che ogni anno, il giorno del suo compleanno, gli manda come regalo un fiore incorniciato. Dopo anni di indagini condotte dalla polizia locale che non hanno portato a nessun risultato, Henrik Vanger incarica Mikael Blomkvist, giornalista di Millennium, un’importante rivista, di continuare le ricerche. Mikael, ormai in crisi a causa della disfatta in tribunale che lo vede condannato a tre mesi di reclusione per calunnia nei confronti del finanziere Wennerström. Mikael, accetta l’incarico e si trasferisce ad Hedestad. Ad aiutarlo nelle indagini ci sarà Lisbeth Salander, una ragazza con molti problemi personali ma hacker di talento.
Recensione
Tratto dall’omonimo romanzo di Stieg Larsson, il film “Uomini che odiano le donne” è la prima trasposizione della trilogia di “Millenium”, che racconta le vicende del giornalista Mikael Blomkvist e della giovane hacker Lisbeth Salander. Il romanzo di Larsson, fatto di intrecci complessi e molto minuziosi che vagano tra il noir ed il giallo, non si prestava ad un facile adattamento cinematografico ed infatti gli sceneggiatori hanno dovuto tagliare alcune parti del romanzo che tuttavia non ledono troppo la scorrevolezza della storia. La scelta dei due attori protagonisti è quasi riuscita: infatti se nel caso di Lisbeth, la ragazza esperta in hacker informatico, piena di piercing e di enormi tatuaggi, è perfetta l’attrice Noomi Rapace, ormai una star in patria. La sofferenza personale di Lisbeth e la sua insofferenza verso gli altri trasuda nelle emozioni dell’attrice svedese. Michael Nyqvist non rappresenta il fascinoso e tormentato Blomkvist del libro di Larsson. Il titolo “Uomini che odiano le donne” si riferisce a quegli uomini che non hanno alcun rispetto per il gentil sesso, relegandole a schiave da umiliare, violentare e maltrattare. Lisbeth, la cui storia passata è poco chiara (lo stesso che accade anche nel libro) ma sicuramente non felice, reagisce alla violenza disinteressandosi del “perdono cristiano”. La sua è una reazione violenta, forse più violenta di quella subita. Le immagini delle brutalità subite da Lisbeth da cui dovrebbe invece tutelarla, immagini crude e disturbanti scelte accuratamente senza alcuna omissione da parte del regista Niels Arden Oplev rappresentano un pugno allo stomaco che non lascia scampo, ancor più angosciante è la camminata della protagonista, sofferente e claudicante a causa delle violenze subite. Il dolore, il turbamento per una condizione psicologica insopportabile e per una vita violata non può che generare un’unica risposta nei confronti del “mostro”. E la sua vendetta non tarderà a mostrarsi, orrenda ed implacabile.
Tralasciando il difficile confronto con l’omonimo romanzo, “Uomini che odiano le donne” si identifica come un thriller dall’andamento scorrevole ed entusiasmante: sia al principio con l’alternanza delle storie distinte dei due personaggi che in seguito quando i due si incontreranno per risolvere un enigma lungo 40 anni. Un enigma che trova spazio in un territorio freddo, duro e scomodo, popolato da un elite di persone potenti dagli oscuri segreti. Particolare il rapporto che si instaura tra i due personaggi, frutto delle due diverse opposte personalità.
La regia Niels Arden Oplev si mantiene a livelli elevati per tutto il film, dosando il ritmo con adeguata carica emotiva. Colpisce la freddezza con la quale sono state girate le violenze subite da Lisbeth, con un tragico effetto davvero sconvolgente. Potrebbe far sorridere la surreale situazione carceraria svedese: il carcere appare più come una casa di riposo dotata di ogni comfort che ad un vero è proprio luogo di detenzione, ma non bisogna dimenticare che “Uomini che odiano le donne” si svolge in Svezia, un nazione in cui l’amministrazione penitenziaria applica il principio di trasparenza sulla vita carceraria che non teme di esibire ai media.
“Uomini che odiano le donne” è un ottimo thriller grazie alla sua trama inquietante, accattivante e ben strutturata, alle gelide location scandinave che rendono la storia più cupa ed impenetrabile ed il personaggio di Lisbeth, affascinante e ben interpretato da Noomi Rapace. Due ore e mezza di buon cinema che scorrono via senza rendersene conto. Un adattamento non troppo accurato che potrà forse deludere i lettori del romanzo, ma che conquisterà coloro che, invece, non conoscono questo primo episodio della trilogia di “Millenium”.
Voto: 86%
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