venerdì 8 maggio 2009

CAST AWAY

cast awayTitolo originale: id.
Nazione: USA
Anno: 2000
Genere: avventura
Durata: 2h23m
Regia: Robert Zemeckis
Sceneggiatura: William Broyles Jr.
Fotografia: Don Burgess
Musiche: Alan Silvestri
Cast: Tom Hanks, Helen Hunt, Nick Searcy, Chris Noth, Michael Forest, Lari White, Leonid Citer, Paul Sanchez, Velena Papovic, Valentina Ananyina, David Allen Brooks, Semion Suradikov, Peter von Berg


Trama
Chuck Noland è un ingegnere logistico della FedEx, importante compagni di spedizioni americana. Esercita il suo lavoro con totale dedizione: ogni pacco deve arrivare a destinazione nel più breve tempo possibile in qualunque posto del mondo. Non timbra un cartellino perché il suo lavoro non conosce orari ed il ufficio è il mondo, spostandosi di continuo presso le numerose filiali in tutto il mondo. Gratificato dal suo lavoro, Chuck ha anche una ragazza che ama e che intende sposare a breve. La vigilia di Natale del 1995, durante uno dei suoi innumerevoli viaggi di lavoro, durante il volo scoppia una terribile tempesta ed il suo aereo precipita nel mezzo dell'oceano. Chuck si ritrova su un'isola deserta, miracolato per essere sopravvissuto ad un incidente che non ha lasciato nessun altro superstite.

Recensione
Dopo il successo di “Forrest Gump” ritorna al cinema l’accoppiata Zemeckis-Hanks. “Cast away” rappresentava una sfida non facile: due ore e mezza di film incentrati quasi totalmente su un singolo personaggio senza contatti con alcun essere vivente. Dunque privato di dialoghi, tutto si riduce ad una serie di monologhi di Chuck ed alle sue disavventure. Privato di ogni confort, il novello Robinson Crusoe, si ritroverà come un uomo della preistoria e dovrà ambientarsi al suo nuovo habitat. Per sopravvivere dovrà imparare ad accendere il fuoco, cacciare e procurarsi da mangiare e difendersi dalle intemperie. Se “Cast away” può essere considerato un film riuscito è grazie alla prova titanica di Tom Hank. Zemeckis consegna ogni aspetto del film all’attore lasciando che questo si rapporti con la natura splendida ma al tempo stesso spietata. Ed è proprio nella crudeltà della natura a rendere “Cast away” diversa dalla storia universalmente nota di Robinson Crusoe. Se il protagonista del romanzo di Daniel Defoe si trovava in un paradiso terrestre e poteva contare sulla presenza del selvaggio Venerdì, Chuck Noland è solo e la sua isola è spesso terrificante e ricca di insidie. Appena arrivato sull'isola, Chuck è smarrito, confuso, svestito di tutte le certezze che l’avevano contraddistinto nella prima parte del film, un uomo che come chiunque dava per scontate tante cose (un esempio può essere rappresentato dalla difficoltà trovata nell’accendere il fuoco, quando nella nostra società è sufficiente utilizzare un semplice accendino). Man mano che il tempo passa però Chuck acquisisce consapevolezza dei propri mezzi fino a conseguire la supremazia sull’isola. Ottima la scelta da parte di Zemeckis di evitare una voce narrante che in siffatta situazione sarebbe stata scontata ma del tutto invadente e poco congeniale. Lo spettatore in questo modo infatti apprende ogni cosa attraverso gli occhi ed i gesti di Hanks che lo rende così partecipe del suo smarrimento iniziale e della sua crescita nel difficile ambiente in cui si trova.
Come già anticipato, Tom Hank è autore di una prova esemplare, non soltanto da un punto di vista recitativo, ma anche da un punto di vista “fisico”. L’attore ha dovuto dare anima e corpo per il film dato che ha dovuto perdere circa 20 kg per interpretare la sua parte sull’isola deserta. “Cast away” è stato infatti girato in due periodi di tempo separati da diversi mesi. In una prima sessione sono state girate le scene nel mondo civilizzato soltanto dopo la metamorfosi fisica di Hanks (durante la quale Zemeckis ha girato un altro film, “Le verità nascoste”) si è potuto procedere alla realizzazione delle riprese girata nelle isole Mamanuca, situate nei pressi delle Fiji.
“Cast away” offre alcune scene che possono realmente definirsi da antologia del cinema: l’amicizia tra Chuck e Wilson, un banale pallone da volley dà infatti vita ad una serie di dialoghi fittizi di eccezionale intensità raggiungendo nella scena conclusiva un momento toccante difficile da dimenticare.
Un film poetico che conferma le qualità di Tom Hank e di Robert Zemeckis e che attraverso meravigliosi paesaggi e drammatiche avventure regala momenti molto commoventi.

Voto: 8


FONTE

Nessun commento:

Posta un commento